Meridionali realizzano studio sulla quarantena: l'America applaude il Sud

Oggi è il 50esimo giorno di quarantena per l'emergenza Coronavirus. Quella che sembrava una situazione surreale è diventata presto un'abitudine, per necessità e/o virtù. Gli italiani hanno dimostrato di rispettare - a parte eccezioni rare - le norme imposte dal Governo, e si sono adattati alla situazione di "reclusione" inventando tanti modi diversi per trascorrere i giorni tra le quattro mura.

E' scontato sottolineare come come quello che stiamo vivendo sia un momento epocale, che non solo sarà riportato un giorno nei libri di storia, ma che merita già da oggi degli studi approfonditi sotto tanti punti di vista, specialmente socio e psicologici.

E in questo ambito si inserisce la ricerca di un giovane geografo calabrese, post dottorando al CNR-IRPI di Cosenza che, in collaborazione con un'altra ricercatrice di Filosofia del Linguaggio e della Comunicazione all’Università della Calabria e con un tecnico e coordinatore della rivista “Il Sileno onlus”, ha studiato proprio la quarantena da un punto di vista geografico e antropologico, in un progetto intitolato "Il mio spazio vissuto", che ha ricevuto il plauso della American Association of Geographers.

L'iniziativa ha coinvolto molti volti della cultura del nostro Sud: ricercatori e tecnici delle Unversità di Napoli, Palermo, Catania e Calabria hanno dato il proprio contributo.

Lo studio prende spunto da quelli del geografo francese Frémont, ed ha lo scopo di raccogliere le testimonianze degli italiani che stanno trascorrendo questa quarantena all'interno delle loro abitazioni, creando una sorta di fotografia delle esperienze sociali di questo momento. Questo lavoro, secondo i rappresentanti dell’American Association of Geographers, contribuirà a comprendere meglio la storia sociale e del presente relativo alla pandemia.

La ricerca è stata condotta raccogliendo pensieri e riflessioni (non superiori a 350 parole) attraverso cui le persone in lockdown espongono, con racconti o narrazioni, le modalità con cui approcciano al proprio spazio domestico da due mesi a questa parte.

Nella ricerca vanno specificate molte cose: dalle attività svolte in quarantena al tipo di interazioni con coloro che vivono nella stessa abitazione, sino ovviamente agli stati d'animo che queste cose comportano. Ad oggi sono state raccolte più di 100 testimonianze.